Bontà Sostenibile

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Cosa diciamo quando parliamo di Capitalismo degli stakeholder?

Il nostro settore - la pasticceria e l’alimentare di qualità - vive di eccellenza, tradizione e cura del dettaglio.

Cosa diciamo quando parliamo di Capitalismo degli stakeholder?

Sappiamo però che il futuro richiede di andare oltre: richiede nuovi modelli di impresa, capaci di unire economia, società e ambiente.

Ogni anno, in questo periodo, ci incontriamo con i nostri fornitori e partner. Il nostro intento intento è essere parte di una filiera che non produce semplicemente panettoni o dolci: produce relazioni, cultura, benessere.

Lo sapete che siamo una Società Benefit e B Corp, questo significa assumerci la responsabilità di un modello che unisce crescita economica e impatto positivo, misurando non solo i risultati di bilancio ma anche quelli ambientali e sociali.

Guardando i dati, sappiamo che le Società Benefit crescono più delle altre: il fatturato segna un +26% medio nel triennio 2021-2023 in confronto ad un +15,4% medio per le società non benefit. Non è un caso. È la dimostrazione che il futuro dell’impresa è nell’equilibrio tra profitto e bene comune. Vi invitiamo a visionare la Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2025 per visionare altri dati importanti. 


Con i nostri fornitori vogliamo costruire un ecosistema scalabile e sostenibile, dove contano le persone, i territori e le comunità. Questo significa affrontare insieme sfide come:

  • il nuovo capitalismo responsabile, che sa coniugare crescita e rispetto delle risorse;
  • la riduzione degli sprechi e l’adozione di logiche di economia circolare;
  • l’attenzione al capitale umano e alla diversità di genere, che arricchisce i nostri team e le nostre prospettive.

La sostenibilità e anche il business, non sono solo una questione di processi produttivi o certificazioni: riguarda le persone.

Per questo abbiamo lasciato la parola a Women for Freedom, che ci ricorda come un’impresa può e deve generare libertà, dignità e opportunità, soprattutto per chi rischia di esserne escluso.

  • Collaboriamo da anni con WFF, un’associazione veneta, che da oltre 10 anni porta avanti un lavoro straordinario di protezione, assistenza e inclusione per donne, bambine e bambini vittime di tratta, sfruttamento, violenza e povertà.

    Nata come organizzazione no profit con una visione imprenditoriale, WFF ha sviluppato negli anni oltre 100 progetti in 9 Paesi del mondo, sostenendo più di 120.000 beneficiari. Dal 2020 è attiva anche in Veneto con programmi di reinserimento lavorativo per donne fragili, in condizioni di violenza o svantaggio socio-economico. 

    Grazie alla loro testimonianza, abbiamo potuto trasmettere a tutti i presenti come il ruolo delle imprese non si fermi alla produzione, ma possa diventare parte attiva di una rete sociale che cambia la vita delle persone.

    Siamo orgogliosi di averli al nostro fianco e di condividere valori comuni: costruire un futuro in cui sostenibilità significa anche giustizia sociale, inclusione e libertà.

    L'aspetto del gioco è per noi serissimo!
    Anche in questa occasione c'è stato un piccolo workshop organizzato questa volta proprio da Women for Freedom, che alla fine ha avuto dei risvolti divertenti:

    Le mansioni invisibili, ci siamo divertiti a compilare una scheda che elencava queste micro-attività quotidiane e a pagarci per queste.

    Gli uomini nella stanza, tra risate e qualche imbarazzo, si sono resi conto di essere un po’ carenti su queste attività.
    Ma sono stati al gioco, seriamente! Eppure queste mansioni, apparentemente marginali, hanno un valore enorme: fanno la differenza tra un ambiente di lavoro che funziona e uno che accumula frizioni. Sono gesti di cura, responsabilità diffuse, attenzione agli altri. 
  • Il messaggio è chiaro (e un po’ provocatorio): se vogliamo davvero parlare di parità, dobbiamo imparare a vedere l’invisibile. Perché il carico mentale e organizzativo non pesa solo in famiglia, ma si ripete anche nei luoghi di lavoro.

    Abbiamo anche parlato di argomenti centrali per qualsiasi Impresa come investimenti e ritorno sugli investimenti:
    la sostenibilità non un costo da tollerare, ma un investimento strategico: un investimento nei processi, nella reputazione, nella fiducia di tutte le persone che ci circondano (clienti, collaboratori, comunità). Integrare la sostenibilità nei progetti aziendali, trasformandola in leva di innovazione, efficienza e legame con il mercato.

    Se guardiamo al percorso fatto fino ad oggi, siamo davanti a un bivio:
    continuare a pensare la sostenibilità come un costo da giustificare, oppure farne parte integrante del nostro modello di impresa?

    Abbiamo condiviso alcuni dati interessanti che potete vedere QUI nella Relazione d'Impatto.

    Concludiamo con una domanda: se davvero vogliamo che il valore resti con noi, non basta produrre bene — dobbiamo relazionarci bene. Siete d'accordo?

    Vi ringraziamo per l’attenzione e per la partecipazione attiva e vi invitiamo a continuare questo percorso insieme!

    A presto

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